giovedì 3 dicembre 2009

La celebrazione del novantesimo dell’eparchia Italo-Albanese di Lungro in Calabria, 28-29 novembre 2009.









Il 19 febbraio 1919 Papa Benedetto XV con la Costituzione Apostolica Catholici fideles istituiva l’eparchia di Lungro per i cristiani di tradizione bizantina presenti nell’Italia continentale dal XV secolo, provenienti dall’Albania. Dopo quattro secoli di presenza in Italia, il Papa intendeva dare una configurazione ecclesiologica vera e propria ai cristiani che nella tradizione bizantina vivevano e celebravano la confessione di fede cristiana in un contesto liturgico, canonico ed spirituale proprio appunto della tradizione bizantina: “I fedeli cattolici di rito greco, abitanti dell’Epiro e dell’Albania, sottraendosi numerosi alla dominazione turca, immigrarono nella vicina Italia, dove accolti con affetto fissarono il loro domicilio nelle regioni di Calabria e Sicilia, ritenendo, come era giusto, gli usi e le istituzioni della gente greca ed in particolare i riti della propria Chiesa, nonché tutte le altre leggi e consuetudini, che avevano ricevuti dagli antenati e che per molti secoli avevano conservato con premura e diligenza”. Nei novanta anni della vita dell’eparchia di Lungro tre vescovi si sono succeduti come pastori della diocesi: Giovanni Mele (1919-1979), Giovanni Stamati (1979-1987) ed Ercole Lupinacci (1987-). Lungo questo novantennio i tre vescovi hanno cercato di sviluppare tutti gli aspetti della vita ecclesiale della diocesi, da quelli legati alla vita liturgica ed spirituale dei fedeli, a quelli vincolati alla formazione del clero, specialmente con la fondazione del seminario “Benedetto XV” a Grottaferrata nel 1918, e l’invio di tutti i seminaristi per gli studi universitari al Pontificio Collegio Greco di Roma. Tre eventi sono da sottolineare in modo speciale: i due Sinodi Intereparchiali, nel 1940 e nel 2004-2005, e la prima Assemblea Eparchiale 1995-1996, che hanno messo in evidenza il profondo desiderio di ridare vigore alla tradizione bizantina in Italia in tutte le sue dimensioni. I giorni 28-29 di novembre del 2009 l’eparchia di Lungro ha celebrato nella gioia e nel ringraziamento al Signore due eventi importanti: appunto il novantesimo della creazione dell’eparchia da parte di Benedetto XV, assieme al cinquantesimo di ordinazione sacerdotale del vescovo Ercole Lupinacci. Due eventi che hanno coinvolto il clero ed i fedeli cristiani dell’eparchia, con la presenza del cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali e di mons. Maurizio Malvestiti, sottosegretario del medesimo dicastero. Le celebrazioni hanno iniziato la sera del sabato 28 e si sono concluse con la celebrazione liturgica della domenica 29 ed il pranzo festivo. Sono stati presenti già dal sabato sera il vescovo di Piana degli Albanesi in Sicilia, mons. Sotir Ferrara, e l’archimandrita di Grottaferrata, p. Emiliano Fabbricatore. Da Roma è stato anche presente il Rettore del Pontificio Collegio Greco, che è il seminario dove buona parte del clero dell’eparchia si è formato lungo gli anni. Due celebrazioni specialmente hanno segnato i due giorni festivi: la cerimonia di accoglienza del cardinale Prefetto la sera del sabato 28, con la celebrazione di una Paraklisis alla Madre di Dio nella parrocchia del Santissimo Salvatore, la parrocchia più giovane dell’eparchia, che fu consacrata dall’allora cardinale Prefetto Ignazio Moussa Daoud e dal vescovo Lupinacci nel 2003. Con il canto della Paraklisis, ripetendo il versetto “Santissima Madre di Dio, salvaci” tutti i fedeli hanno invocato la protezione della Madre di Dio su tutti i presenti e sull’eparchia. Il sindaco del paese ha dato il benvenuto al cardinale Prefetto, ha ricordato le origini della presenza italo albanese nel sud dell’Italia, ed ha evidenziato quali sono le realtà ed i problemi con cui si confronta ogni giorno la società che vive e lavora in questa regione del meridione italiano. Il vicario dell’eparchia, p. Donato Oliverio, ha salutato il cardinale ed ha ringraziato il vescovo Lupinacci per il suo ministero episcopale, mettendo in rilievo le due ricorrenze dei cinquanta anni di ordinazione sacerdotale e del novantesimo dell’eparchia. Il vescovo Ercole infine ha dato anche il benvenuto al cardinale, ed ha ricordato pure lui le origini della presenza albanese nell’Italia meridionale. Alla fine della celebrazione liturgica, sua eminenza il cardinale Sandri ha indirizzato la sua parola di saluto al vescovo ed ai numerosi fedeli convenuti a riceverlo. In primo luogo ha comunicato all’assemblea di essere portatore di un particolare saluto e benedizione da parte di Sua Santità Benedetto XVI. In secondo luogo ha esortato i fedeli a vivere con lo sguardo rivolto verso il Signore Gesù Cristo ed a vivere i profondità il senso di appartenenza alla Chiesa. Infine a vivere nella carità cristiana gli uni verso gli altri. La domenica ha avuto come momento centrale la celebrazione della Divina Liturgia nella cattedrale di San Nicola. Oltre agli ospiti sopra nominati, hanno concelebrato la Divina Liturgia sei vescovi di alcune delle diocesi latine della Calabria, fatto che ha messo in evidenza la buona riuscita di uno degli scopi della Catholici fideles di Benedetto XV, cioè la conservazione, lo sviluppo e la piena realtà e validità della tradizione bizantina, nel rispetto e nella piena comunione fraterna da parte delle Chiese di tradizione latina circondanti l’eparchia di Lungro. Presenti alla celebrazione il clero eparchiale di Lungro ed un numero notevole di fedeli venuti anche dai paesi più lontani della diocesi, come Villa Badessa, nelle Marche, distante oltre settecento kilometri. La processione liturgica ha avuto inizio nell’episcopio si è incamminata al canto di alcuni tropari bizantini verso la cattedrale, che ha accolto i celebranti sotto lo sguardo benedicente di Cristo, la Madre di Dio e dei santi rappresentati nei mosaici e nelle icone che oltre ad imbellire il tempio sono una vera mistagogia su tutti i misteri della fede cristiana. I canti della Divina Liturgia, come anche quelli della celebrazione della vigilia, sono stati eseguiti dal coro della cattedrale guidato dal maestro Giovanni Rennis. All’inizio della celebrazione il vicario dell’eparchia ha letto la lettera di sua Santità Benedetto XVI indirizzata ad augurio e benedizione del vescovo Ercole Lupinacci; in essa Sua Santità ha ricordato i luoghi diversi dove il vescovo Ercole, lungo cinquant’anni ha vissuto il suo ministero sacerdotale. Quindi è stato fatto dono a nome dell’eparchia al cardinale Prefetto di una bellissima icona bizantina rappresentando la Deisis, cioè Cristo in trono con la Madre di Dio e Giovanni Battista ai lati in atteggiamento di intercessione. Nell’omelia, il cardinale Prefetto ha ricordato l’occorrenza del cinquantesimo dell’ordinazione sacerdotale del vescovo Lupinacci, avvenuta il 22 novembre 1959 nel Pontificio Collegio Greco di Sant’Atanasio, ricevuta dalle mani del vescovo Giovanni Mele. Glossando il versetto del salmo 132, ha ricordato l’importanza nella vita della Chiesa di vivere nella fratellanza cristiana; e nell’occorrenza dell’anno sacerdotale ha ricordato la figura esemplare del sacerdote Beshara Abou Mourad, appartenente alla Chiesa Melchita in Libano, e membro dell’ordine Basiliano Salvatoriano. Infine ha ricordato il ministero sacerdotale ed episcopale del vescovo Lupinacci, come parroco, come vescovo di Piana degli Albanesi dal 1981 al 1987, e quindi come vescovo di Lungro dal 1987. Alla fine della Liturgia il vescovo eparchiale ha indirizzato la sua commossa parola di ringraziamento al cardinale e agli altri ospiti presenti, e soprattutto ai fedeli che numerosissimi affollavano la cattedrale. Quindi il cardinale Sandri ha distribuito all’assemblea festante che gli si è avvicinata l’antidoron, il pane benedetto durante la Liturgia, mentre che il vescovo ha fatto dono dell’immaginetta commemorativa della celebrazione.Celebrando il dono dei novanta anni della vita dell’eparchia, e dei cinquanta di ministero sacerdotale del vescovo Ercole, la Chiesa di Lungro, col vescovo, il clero e tutti i cristiani ha voluto mettere in primo piano il desiderio di vivere fino in fondo le fonti della propria identità ecclesiale dal punto di vista teologico, liturgico, spirituale, che provengono dalla grande tradizione bizantina. Questo desiderio è stato raccolto anche nelle parole conclusive dell’omelia del cardinale Sandri: “Il Signore ci faccia scorgere nella comunione con Lui e nel servizio d’amore a Dio ed ai fratelli il vero tesoro per il cuore umano… Per i giovani e le giovani di oggi questa è la parola di Cristo: “Vieni e seguimi”. Egli è fedele e non delude perché ha parole di vita eterna”.

di P. Manuel Nin , Rettore P.C.Greco

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