sabato 31 dicembre 2011

Venerdì 1 Gennaio 2010


Circoncisione secondo la carne del Signore Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo.

Il Nostro Signore e Dio, che conosce i cuori degli uomini e il futuro, volendo che fosse garantito l’avvenimento della sua Incarnazione, affinché nessuno degli eretici avesse avuto modo di dire, che era nato solo nella fantasia e che non aveva realmente preso la nostra carne cosa che invece molti degli eretici osarono dire, e inoltre per togliere ogni pretesto ai Giudei di poter dire, che egli non aveva vissuto secondo le loro usanze, e perciò per adempiere ogni comando della Legge, otto giorni dopo la sua incontaminata Nascita dalla Vergine, volle come ogni fanciullo, esser condotto nel luogo dove i Giudei avevano l’usanza di farsi circoncidere, e fu circonciso e fu chiamato Gesù, come era strato chiamato dall’Angelo, prima del suo concepimento nel grembo incontaminato della Madre di Dio. E ritornato di nuovo con i suoi genitori, fu allevato secondo il costume umano, avanzando nella sapienza, età e grazia.



Memoria del nostro padre S. Basilio il Grande


Basilio, il santissimo fra i nostri padri, visse al tempo dell’impero di Valente; questi accettava come vera l’eresia di Ario. Fu perciò ripreso con franchezza dal Santo; e per un poco lo convinse a rinnegare l’eresia, a meno che non avesse voluto vedersi rifiutato. Tuttavia non abiurò completamente all’eresia, anche se continuò ad andare in chiesa, quando il grande Basilio compiva la divina liturgia e si presentava per offrire i doni. Il grande Basilio fu figlio di Basilio del Ponto e di Eumelia di Cappadocia, e fu superiore nella sapienza e nella scienza a tutti, sia antichi che moderni. Particolarmente si distinse nella pietà, tanto da essere fatto sommo sacerdote della sede di Neocesarea. Quivi, dopo aver sostenuto molte lotte per la retta fede, suscitando l’ammirazione di imperatori e governatori, e aver scritto moltissimi libri e operato innumerevoli prodigi, in pace se ne andò presso il Signore.

ΜΕΓΑΣ ΒΑΣΙΛΕΙΟΣ - ΑΠΟΛΥΤΙΚΙΟ

giovedì 29 dicembre 2011

Auguri


(Icona del Natale del Signore, Teofano il Crestese 1546 )

Preparati, Betlemme, l'Eden viene aperto a tutti; esulta, Efrata, perché l'Albero della vita, nella grotta, fiorisce dalla Vergine. Paradiso spirituale si è mostrato il suo seno, nel quale si trova il frutto divino, di cui, mangiandone, vivremo e non moriremo come Adamo. Cristo è nato per rialzare l'immagine caduta dell'uomo.(Kondakion del 23 dicembre)


Vi Auguro a tutti un Santo Natale


Arch. P. Manuel Nin osb

Rettore Pontificio Collegio Greco

Roma, Natale 2011

giovedì 22 dicembre 2011

Incarnazione: nuova creazione


“Colui che, fatto a immagine di Dio, era perito per la trasgressione, divenendo preda della corruzione, decaduto dalle altezze della vita divina, il sapiente Artefice di nuovo lo plasma”.

Così canta la prima ode del canone di Cosma di Gerusalemme, vescovo di Maiuma (sec. VII-VIII), che si usa tuttora nell’Orthros di Natale. Il canone è una composizione poetica di 9 odi inserita generalmente al mattutino della liturgia bizantina e, in forme poetiche, commenta il mistero celebrato e ne spiega., a modo di mistagogia, il significato. La prima ode oltre all’irmoscomprende tre tropari. Nel canone di Natale l’innografo presenta il mistero dell’incarnazione del Verbo di Dio e l’effetto di redenzione e di rinnovamento nell’uomo, descrivendo l’evento come una nuova creazionelo plasma di nuovo - in relazione alla creazione dei progenitori Adamo ed Eva. L’uomo era stato fatto “ad immagine di Dio” (primo tropario); era poi “decaduto dalle altezze divine” divenendo “preda della corruzione” a causa della “trasgressione”. Il Creatore, “vedendo perdersi l’uomo” - che egli aveva fatto con le sue mani e il suo soffio - “piegati i cieli discende in terra e ne assume tutta la sostanza umana dalla Vergine pura”. Egli Dio vero da Dio vero, si fa uomo “prendendo veramente carne”. (secondo tropario). Egli è vero Dio quindi e vero uomo. L’uomo “era perito per la trasgressione”, ed era decaduto in uno stato di corruzione. L’uomo “andava perdendosi”. Il male non aveva agito una volta per sempre, ma manteneva il suo deleterio influsso su ogni generazione, in un dinamico processo di perdizione. Ma Dio non poteva vedere che l’opera delle sue mani e il suo progetto creativo andasse alla malora. “Il Cristo Dio, Sapienza,, Verbo, Potenza, Figlio e Splendore del Padre, restando nascosto a tutte le potenze ultramontane e terrestri, fatto uomo, ci ha riacquistati”. Eravamo opera sua e ci ha recuperati, ci ha riscattati, ci ha redenti, ci ha riacquistati al prezzo del suo sangue. Ci ha giustificati. “Il Sapiente Artefice di nuovo lo plasma”, di nuovo crea l’uomo. E lo avvia per sentieri raddrizzati per le vie del cielo. Un secondo irmos giambico del giorno spiega: “Nascendo volontariamente dalla Vergine, apre per noi un sentiero praticabile per i cieli”. I tropari del giorno orientano l’uomo, fatta nuova creatura, all’incontro salvifico con Dio usando varie forme poetiche.”Cristo scende dai cieli, andategli incontro; Cristo è sulla terra, elevatevi” (irmos della prima ode). Il canone di Cosma ha il seguente acrostico, che costituisce un kerygma e una professione di fede:“Cristo fatto mortale, rimane qual era Dio”. E ogni tropario si conclude con una formula che dopo ogni tropario il popolo ripeteva come artificio didattico di apprendimento: “Perché si è glorificato”. Il Verbo di Dio nella sua epifania, nella sua opera di salvezza “si è glorificato”, ha manifestato la su potenza, sapienza e benevolenza vero l’umanità. La sua gloria.

Archimandrita Eleuterio F. Fortino



domenica 11 dicembre 2011

Pontificio Istituto Orientale



Facoltà di Diritto Canonico Orientale

Giornata di Studio


La Facoltà di Diritto Canonico Orientale

del Pontificio Istituto Orientale

(1971-2011)

Riflessioni sui primi quaranta anni di attività scientifica e suo influsso sulla scienza del diritto canonico orientale


Aula Magna

lunedì, 12 dicembre 2011




sabato 10 dicembre 2011

La Domenica dei Santi Progenitori




Due domeniche prima della celebrazione del Natale, la Chiesa Ortodossa gioisce nella festa dei santi Progenitori dell’Antico Testamento, compresi quelli che sono venuti prima del dono della Legge. Predissero la venuta del Messia e furono redenti dalla sua salvifica Pasqua. Insieme con il Canone della Natività di Cristo, durante i servizi del giorno sono cantati gl’inni che seguono.

Offriamo lode ai Padri

che han brillato prima e durante la Legge;

con mente retta hanno servito il Signore e Maestro

che irradiava dalla Vergine,

e ora si dilettano nella luce senza fine.

Onoriamo Adamo, il primo uomo-plasmato e antenato di tutti noi,

che è stato onorato dalle mani del Creatore.

Riposa nelle dimore celesti con tutti gli eletti.

[...]

Con l’intera sua bocca, la lingua ed il cuore,

il prodigioso Enoch sperava che nello Spirito

potesse andare con mente divina a Dio, il Maestro di tutti.

Avendo vissuto sulla terra in modo molto gradito,

è stato assunto nella gloria.

Ascoltiamo le parole divine di coloro che gridano ad alta voce,

raccontando della venuta di Cristo.

Poiché ecco, Egli è nato in una grotta da una Vergine senza nozze,

e la sua tremenda nascita è preannunciata ai Magi

con la improvvisa comparsa stella.

[...]

C’è una grande differenza tra esistere e vivere. Molte persone esistono. Pochissimi davvero vivono. Solo coloro che cercano Dio hanno la vita. Solo coloro che si dilettano nei suoi comandamenti e gioiscono nel compiere la sua volontà vanno oltre la semplice esistenza ed effettivamente trovano la vita. “Cercate Dio, e vivrete” (Psalmo 69, 32, LXX). Questo è il grido del salmista Davide, che è particolarmente cantato in questa Domenica e la Domenica dopo Natale. La sua esortazione è in perfetta sintonia con le parole di Dio date a Mosè nella sua Rivelazione della legge divina.

“Vedi io ti ho posto davanti la vita e il bene, la morte e il male. Se obbedirai ai comandamenti del Signore, tuo Dio, che io ti comando oggi, di camminare nelle sue vie, di osservare i suoi comandamenti e i suoi statuti e le sue norme, perché tu viva e ti moltiplichi e il Signore tuo Dio ti benedica nel paese in cui stai per entrare per prenderne possesso. Ma se il tuo cuore si allontana, e non vorrai ascoltare, ma ti lascerai trascinare lontano per adorare altri dèi e per servirli, io vi dichiaro oggi, che certamente perirete; non vivrete a lungo nel paese in cui state andando oltre il Giordano per entrare e prenderne possesso. Io chiamo il cielo e la terra a testimoni contro di voi in questo giorno, che ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, tu e la tua discendenza, amando il Signore tuo Dio, obbedendo alla sua voce e tenendoti unito a lui, perché ciò significa la vita per voi e la lunghezza dei giorni, affinché tu possa abitare sulla terra che il Signore ha giurato di dare ai tuoi padri, Abramo, Isacco e Giacobbe”. (Deuteronomio 30,15-20)

I santi Padri e le sante Madri, insieme con tutti i loro discendenti, hanno scelto la vita. L’hanno trovata nel Messia di Dio, Gesù Cristo, che è la Vita stessa, Parola di Dio incarnata. La celebrazione della Pasqua Invernale è una celebrazione della vita nella Parola di Dio. Perché “Cristo che è la nostra vita” è già apparso (Colossesi 3,4). Abbiamo “contemplato la sua gloria” (Giovanni 1,14). Ora questa gloria è nascosta nella “condizione di servo” (Filippesi 2,7), ma sarà rivelata alla fine dei secoli in potenza per coloro che “hanno amato la sua manifestazione” e “vivono in Lui” (2 Timoteo 4,8; Colossesi 2,6).

Brillate come luci del cielo sulla terra

accendendo la luce della pietà.

Chiamate innanzi il coro di tutta la creazione

mentre cantate il Maestro che salva tutti dalla tentazione,

“BenediteLo, o fanciulli! EsaltateLo, o sacerdoti!

Lodate Cristo, genti tutte, in tutte le età!”.


Tratto da: http://www.antiochian.org/node/18630



San Daniele, stilita


San Daniele nacque nel 409 nella piccola città-mercato di Maratha, nei pressi di Samosata. All'età di dodici anni decise di abbracciare la vita monastica e alcuni anni dopo si recò in visita da san Simeone lo stilita del quale seguì le orme e dal quale fu benedetto. Nel 451, andò a Anapla, vicino a Costantinopoli e si chiuse in un tempio di idoli: in questo modo cercava di resistere alle tentazioni e accrescere nell'ascesi. Nel 460, dopo aver raggiunto una sufficiente capacità di resistenza divenne uno stilita ponendosi su di una colonna: né freddo, né caldo, né violenti venti, niente riusciva a indebolire il suo coraggio. Le sue gesta lo posero all'attenzione di tutti e il Patriarca Gennadio (458-471), decise di ordinarlo sacerdote. Anche l'imperatore Leone andò di persona a visitarlo per chiedergli consiglio e preghiere. Morì in pace il sabato 11 dicembre 493.




sabato 3 dicembre 2011

Cattolici e ortodossi a Mosca contro le persecuzioni dei cristiani



Cattolici e ortodossi a Mosca contro le persecuzioni dei cristiani. Introvigne: "Si rischia un naufragio morale"

Si conclude oggi a Mosca con un messaggio al mondo perché denunci la persecuzione dei cristiani - un'emergenza mondiale che coinvolge un milione di vittime, con oltre centomila morti all'anno - la "Conferenza internazionale sulla discriminazione e persecuzione dei cristiani" organizzata dal Patriarcato di Mosca e chiusa da un intervento del patriarca Kirill. La più grande riunione ecclesiastica mai organizzata su questo tema - come l'ha definita il metropolita Hilarion di Volokolamsk, responsabile delle relazioni esterne del Patriarcato di Mosca - ha visto gli interventi tra gli altri degli arcivescovi cattolici Paolo Pezzi, arcivescovo della diocesi di Mosca, Ivan Jurkovic, nunzio apostolico in Russia, e Joseph Ender, rappresentante speciale della Santa Sede alla conferenza; del metropolita della Chiesa Assira irachena Mar Gewargis - che ha denunciato il clima di terrore nel suo Paese che costringe molti cristiani a emigrare, così che la comunità cristiana rischia ormai l'estinzione -; e di numerosi arcivescovi e patriarchi del mondo ortodosso.

La conferenza è stata aperta dal sociologo italiano Massimo Introvigne, rappresentante dell'OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e Cooperazione in Europa) per la lotta al razzismo e alla discriminazione contro i cristiani, il quale - prendendo spunto dalla mostra sulla pittura italiana dell'Ottocento in corso all'Hermitage di San Pietroburgo - ha ricordato come uno dei temi passati nel XIX secolo dalla pittura italiana a quella russa e documentati nella mostra è quello del naufragio. Se continua a tacere sulla persecuzione dei cristiani per paura di offendere i persecutori - "che magari, ha detto Introvigne, ci forniscono petrolio o acquistano i nostri buoni del tesoro" - l'Europa rischia un naufragio morale e spirituale che sarà perfino più dannoso della crisi economica.

© http://vaticaninsider.lastampa.it -

mercoledì 30 novembre 2011

Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI a S. Santità Bartolomeo I, Patriarca Ecumenico, per la festa di S. Andrea



Sant'Andrea, apostolo



A Sua Santità Bartolomeo I,
Arcivescovo di Costantinopoli
Patriarca ecumenico

«Il Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e pace nella fede»(Rm 15, 13).

Nella comunione della fede che abbiamo ricevuto dagli Apostoli e nella carità fraterna che ci lega, mi unisco di tutto cuore alla celebrazione solenne che Vostra Santità presiede nella festa dell'apostolo e martire sant'Andrea, fratello di Pietro e santo protettore del Patriarcato ecumenico, per augurare a Vostra Santità, ai membri del Santo Sinodo, al clero e a tutti i fedeli, un'abbondanza di doni celesti e di benedizioni divine. Le mie preghiere, come pure quelle di tutti i fratelli e sorelle cattolici, accompagnano le vostre per invocare da Dio, nostro Padre, che ama la sua Chiesa e la edifica sul fondamento degli Apostoli, la pace nel mondo intero, la prosperità della Chiesa e l'unità di tutti coloro che credono in Cristo. La delegazione che vi ho inviato, guidata dal mio venerabile fratello, il Cardinale Kurt Koch, al quale ho affidato questo messaggio augurale, costituisce il segno tangibile della mia partecipazione e le porta il saluto fraterno della Chiesa di Roma.

Conservo nel mio cuore il ricordo ancora molto vivo del nostro ultimo incontro, quando ci siamo recati insieme, come pellegrini della pace, alla città di Assisi, per riflettere sul profondo rapporto che unisce la ricerca sincera di Dio e della verità a quella della pace e della giustizia nel mondo.

Rendo grazie al Signore che mi ha permesso di rafforzare con Vostra Santità i vincoli di amicizia sincera e di fraternità autentica che ci uniscono, e di rendere testimonianza al mondo intero dell'ampia visione che condividiamo riguardo alle responsabilità alle quali siamo chiamati in quanto cristiani e pastori del gregge che Dio ci ha affidato.

Le circostanze attuali, siano esse di ordine culturale, sociale, economico, politico o ecologico, pongono ai cattolici e a gli ortodossi esattamente la stessa sfida. L'annuncio del mistero della salvezza, attraverso la morte e la resurrezione di Gesù Cristo, ha oggi bisogno di essere rinnovato con forza in numerose regioni che, per prime, accolsero la luce e che ora subiscono gli effetti di una secolarizzazione in grado di impoverire l'uomo nella sua dimensione più profonda. Di fronte all'urgenza di un simile compito, abbiamo il dovere di offrire all'umanità intera l'immagine di persone che hanno acquisito una maturità nella fede, capaci di riunirsi malgrado le tensioni umane, grazie alla ricerca comune della verità, consapevoli che il futuro dell'evangelizzazione dipende dalla testimonianza di unità resa dalla Chiesa e dalla qualità della carità, come ci insegna il Signore nella preghiera che ci ha lascito: «perché tutti siano una cosa sola... e il mondo creda» (Gv 17, 21). È per me motivo di grande conforto constatare che anche Vostra Santità, da quando è stata chiamata al ministero di Arcivescovo di Costantinopoli e di Patriarca ecumenico, venti anni fa, ha sempre avuto a cuore la questione della testimonianza della Chiesa e della sua santità, nel mondo contemporaneo.

Santità, in questo giorno in cui celebriamo la festa dell'apostolo Andrea, leviamo ancora una volta la nostra ardente supplica al Signore affinché ci consenta di progredire lungo il cammino della pace e della riconciliazione. Che possiamo, con l'intercessione di sant'Andrea e dei santi Pietro e Paolo, santi patroni rispettivamente della Chiesa di Costantinopoli e della Chiesa di Roma, ricevere il dono dell'unità che ci viene dall'alto!

Con questi sentimenti di fede, di carità e di speranza, le riformulo, Santità, i miei voti più ferventi e scambio con lei un abbraccio fraterno in Cristo nostro Signore.

Dal Vaticano, 24 novembre 2011

Benedetto XVI

© Copyright 2011 - Libreria Editrice Vaticana


lunedì 28 novembre 2011

Divina Liturgia nella Chiesa di Sant'Agata dei Goti a Roma


L’altare dove riposano i corpi santi dei martiri Greci,
chiesa di S. Agata dei Goti, Roma


Venerdì 2 Dicembre alle ore 18:00, nella Chiesa di Sant'Agata dei Goti, il Pontificio Collegio Greco celebrerà una Divina Liturgia in rito Greco-Bizantino, per commemorare i Santi Martiri Greci che come tradizione vuole, li riposano.



sabato 26 novembre 2011

Squilli di tromba



di Eleuterio Fortino


Le eparchie cattoliche bizantine in Italia, nella linea della grande tradizione bizantina, hanno nel loro calendario liturgico, tre “memorie” dei concili ecumenici. Le rileviamo dall'Imerologhion dell'eparchia di Lungro: domenica tra l'Ascensione e la Pentecoste (o VII domenica di Luca): domenica dei santi Padri del i concilio ecumenico di Nicea o dei 318 Padri; domenica tra il 13 e il 19 luglio: domenica dei santi Padri del iv concilio ecumenico di Calcedonia e dei santi Padri del i concilio ecumenico di Nicea, del ii in Costantinopoli, del III in Efeso, del v e vi in Costantinopoli; domenica dopo l'11 ottobre: domenica dei Santi Padri del VII concilio ecumenico.
Praticamente vengono commemorati i santi Padri di tutti i sette concili che cattolici e ortodossi considerano insieme come ecumenici.
Una tale celebrazione e la sua insistenza nel calendario ha un particolare valore liturgico-teologico ed ecclesiologico. Per un tentativo di analisi va innanzitutto rilevata la celebrazione stessa: l'evento ed i suoi aspetti storici e liturgici; in secondo luogo il messaggio che si deduce dai testi liturgici per la vita dei credenti: formulazione della professione di fede e per la coscienza sinodale della Chiesa.
Le celebrazioni dei concili in tre domeniche dell'anno liturgico bizantino, sono ben definite nei libri liturgici con propria innografia. L'introduzione delle tre memorie nel calendario è avvenuta in epoche e circostanze diverse. Va anche notato che tutte le Chiese orientali celebrano la festa dei concili, almeno quella del primo concilio ecumenico di Nicea (325), da cui proviene la professione di fede contenuta nel Simbolo niceno.
Qui noi ci limitiamo alla tradizione bizantina e ci riferiamo alla celebrazione così come si trova attualmente nei libri liturgici, ossia ci riferiamo alla traditio recepta, senza entrare nella varietà delle testimonianze codicografiche, limitandoci a una breve premessa storica.
Il fatto che la Chiesa bizantina celebri nella liturgia, con insistenza e con specificazione l'evento conciliare, è degno di nota.
La motivazione generale di una tale intuizione e prassi va trovata nella considerazione del concilio ecumenico come tromba di Dio che annuncia la verità salvifica. Le decisioni conciliari hanno riguardato il dogma trinitario e quello cristologico in particolare e di conseguenza l'economia di salvezza. I concili hanno spiegato, per quanto possibile, ciò che Dio è e ciò che ha fatto per redimere l'uomo. Questo collegamento con la storia della salvezza ha reso possibile la loro celebrazione come avvenimento salvifico.
Una tale percezione giustifica anche il fatto che sia stato possibile celebrare globalmente tutti i Padri che hanno partecipato ai vari concili, indipendentemente da un'indagine sulla santità personale. Si celebrano i Padri di un concilio, i quali hanno proclamato la verità sulla Trinità, su Gesù Cristo, che «per noi uomini e per la nostra salvezza discese dai cieli e si incarnò per opera dello Spirito Santo e da Maria Vergine e si fece uomo».
L'opera dei concili è santa e santificante; la si può celebrare a gloria di Dio che vuole che tutti gli uomini siano salvi.
La celebrazione dei concili nella Chiesa bizantina è indice, anche e non secondariamente, della impostazione che la conciliarità ha nella visione ecclesiologica orientale.
La sinodalità è un aspetto strettamente connesso alla comunione ecclesiale.

(©L'Osservatore Romano 27 novembre 2011)


giovedì 24 novembre 2011

Nominato Vescovo il rettore del Pontificio Collegio “Pio Romeno” di Roma.


Padre Claudiu Lucian Pop



Padre Claudiu Lucian Pop è nato il 22 luglio 1972 a Piscolt nella regione di Satu Mare. Entrambi i genitori furono professori di lingua e letteratura romena ed il suo nonno fu prete greco-cattolico che ha contribuito in un modo attivo alla formazione religiosa ed umana di Padre Claudio. Padre Claudio a seguito la Scuola Generale nella località di Jibou in seguito si specializza in chimica-biologia. Nel1991 dopo un anno di studi alla Facolta di Chimica a Bucarest rinuncia allo studio scientifico per dedicarsi totalmente al sacerdozio e alla teologia . Con la fiducia e benevolenza di Sua Eccellenza Mons. Vasile Hossu, Vescovo di Oradea Mare, riceve una borsa di studio a Roma. Tra gli anni 1991-1999 fu alunno del Pontificio Collegio Pio Romeno di Roma. Ha studiato la filosofia alla Pontificia Università Urbaniana e puoi la Teologia alla Pontificia Università Gregoriana ottenendo la Licenza in Teologia Spirituale nel 1998 e il Dottorato nell 2006. Viene ordinato sacerdote nel 23 luglio 1995; tra gli anni 1997-1999 è responsabile sotto la guida di Padre Jacques Raquez della chiesa greco-cattolica Romena di Roma, Santissimo Salvatore alle Coppelle. Tra gli anni 1999-2001 e vicerettore della Missione Greco-Cattolica di Parigi e tra il 2001 e dicembre 2007 Rettore della stessa Missione. Nel 12 dicembre 2007 su richiesta dell’Arcivescovo Maggiore e del Sinodo dei Vescovi della Chiesa Greco-Cattolica Romena viene stato nominato da parte della Congregazione per le Chiese Orientale Rettore del Pontificio Collegio Pio Romeno di Roma.

Traduzione di Traian Radu Coste

Al Neo Vescovo rivolgiamo i nostri migliori auguri di un fecondo episcopato.
Axios.




domenica 13 novembre 2011



Organizza

SABATO 3 DICEMBRE 2011, Ore 9:30 ACCADEMIA DI ROMANIA IN ROMA PIAZZA JOSE’ DE SAN MARTIN, 1


L’ASCETISMO CALABRO ALTO-MEDIOEVALE NELLA
RIVISITAZIONE DEL MONACO KOSMAS († 2010)

Ore 9:30 Saluti e introduzione all’incontro Dott. Giuseppe Sergio Balsamà, Presidente dell’Associazione Insieme per l’Athos

Ore 9:45 Il monachesimo come scelta di vita. Intervista rilasciata dallo ieromonaco Kosmas alla trasmissione radiofonica Uomini e Profeti (GR3 - 2002)

Ore 10:00 Il Monachesimo Bizantino in Sicilia e in Calabria tra i secoli IX e XII
Prof.ssa Katherine Douramani (Pontificio Istituto Orientale)

Ore 10:45 Un santo giramondo: Elia il Giovane (A.A.M.)

Ore 11:15 Piètas e miracoli di Elia lo Speleota Prof. Giovanni Saladino (scrittore)

Ore 11:50 Conclusione e saluti

Moderatore: Prof. Marco Merlini (Università Lucian Blaga - IPCTE, Sibiu - Romania)




Notizie di ECUMENISMO dal vicino oriente !!!!!!!!!!!!!


Nicea, chiesa trasformata in moschea

Hagia Sophia di Nicea, il luogo in cui si svolse il settimo Concilio ecumenico nell'anno 787 sta per essere dichiarata una moschea dalle autorità turche



Marco Tosatti








Hagia Sophia di Nicea, il luogo in cui si svolse il settimo Concilio ecumenico nell'anno 787 sta per essere dichiarata una moschea dalle autorità turche. Come la stampa turca riferisce la chiamata alla preghiera del muezzin è stata cantata giovedì scorso, per la prima volta dalla fondazione della Repubblica turca nel 1923. Il minareto è stato aggiunto alla Chiesa della città chiamata dai turchi Iznik durante il periodo ottomano. L'anno scorso fu restaurato. Con la preghiera celebrata all'inizio della festa islamica sacrificale domenica mattina, l'ex chiesa sarà pronta per le cerimonie religiose islamiche. La decisione dell'ufficio del Consiglio di amministrazione, l'autorità competente ha suscitato un dibattito feroce. Selcuk Mülayim dell'Università di Marmara, storico dell'arte ha sottolineato l'importanza dell'edificio nella storia del cristianesimo e ha avvertito che la mossa segnerebbe l’inizio di proteste da tutto il mondo. La camera di commercio di Iznik ha criticato la mossa come totalmente incomprensibile, dal momento che la piccola città vive di turismo. Controverso è anche il fatto se tocchi al Consiglio spiegare come la chiesa precedente sia stata convertita da un museo in una moschea. L'ufficio ha spiegato che l'edificio era stato segnalato da parte da parte della comunità “ingiustificatamente” come museo, dal momento che non era mai stato utilizzato come un museo prima. L'anno scorso in ogni caso, un cartello fu posto davanti alla struttura della chiesa restaurata con "Museo" scritto su di esso; un guardiano faceva pagare il biglietot di ingressoo. In Hagia Sophia di Nicea i vescovi dell'Impero romano furono riuniti nel 787, per decidere la controversia iconoclasta bizantina e per consentire la venerazione delle icone. Nicea fu anche il luogo di incontro del primo Concilio ecumenico nell'anno 325. Il palazzo in cui il Consiglio ha avuto luogo non esiste più. Hagia Sophia fu trasformata in una moschea dai musulmani nel 1331 quando conquistarono la città e dopo un incendio venne restaurata dall'architetto Mimar; fu poi distrutta nella battaglia di Bursa nella guerra d'indipendenza turca nel 1920. Le rovine vennero restaurate nel 2007 e hanno attirato turismo religioso cristiano.