giovedì 31 marzo 2011

Nuova Pubblicazione...



I Concili Ecumenici e la professione di fede cristiana
di Mons. Eleuterio F. Fortino



Il presente volume raccoglie la pubblicazione di carattere postumo degli studi di mons. Eleuterio Fortino sui primi sette concili ecumenici, da quello di Nicea I del 325 a quello di Nicea II nel 787. Come una vera catechesi, l'autore, per ognuno dei concili spiega le cause che ne originarono la convocazione, la genesi, le posizioni dottrinali delle diverse fazioni della Chiesa che si erano contrapposte, e in modo molto schematico e molto chiaro indica le principali decisioni dogmatiche e canoniche scaturite dal concilio in questione. A conclusione di ogni capitolo troviamo un sunto bibliografico molto utile per un ulteriore approfondimento su ognuno dei concili. Si tratta di un ottimo sussidio lasciatoci da mons. Fortino quasi a modo di testamento. In esso ci fa presente quelle colonne che reggevano la sua vita di cristiano e di sacerdote: la professione della fede, la celebrazione della fede, la vita della fede.


Archimandrita P. Manuel Nin osb


venerdì 25 marzo 2011

S.B. Sviatoslav Schevchuk nuovo Arcivescovo Maggiore della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina


S.B. Sviatoslav Schevchuk

Il Santo Padre ha concesso la conferma richiestagli in conformità al canone 153 del CCEO da S.E. Mons. Sviatoslav Schevchuk, che il 23 marzo 2011 è stato eletto canonicamente Arcivescovo Maggiore di Kyiv-Halyè nel Sinodo dei Vescovi della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, riunitosi a Lviv (Ucraina).

S.B. Sviatoslav Schevchuk

Sua Beatitudine Sviatoslav Schevchuk è nato il 5 maggio 1970 a Styj nella regione di Lviv.

È stato ordinato sacerdote il 26 giugno 1994. Ha conseguito la laurea in Teologia Morale presso la Pontificia Università di San Tommaso d’Aquino a Roma (1999).

Ha ricoperto vari incarichi, tra cui: Prefetto del Seminario "dello Spirito Santo" di Lviv (1999-2000); Vice-Decano della Facoltà di teologia dell’Accademia di Teologia di Lviv (2001); Vice-Rettore del Seminario "dello Spirito Santo" a Lviv (2000-2007) e in seguito Rettore del medesimo Seminario (2007).

Il 14 gennaio 2009 il Santo Padre lo ha nominato Vescovo titolare di Castra di Galba e Ausiliare dell’Eparchia di Santa Maria del Patrocinio in Buenos Aires (Argentina). Il 7 aprile 2009 ha ricevuto l’ordinazione episcopale.

Il 10 marzo 2010 è stato nominato Amministratore Apostolico sede vacante dell’Eparchia di Santa Maria del Patrocinio in Buenos Aires (Argentina).




martedì 22 marzo 2011

Maria ai piedi della Croce nella tradizione bizantina


In quaresima la tradizione bizantina celebra la Divina liturgia soltanto la domenica e il sabato. Nelle diverse ufficiature delle ore troviamo dei tropari chiamatitheotòkia, dedicati appunto alla Madre di Dio (theotòkos), dove si esprime il suo dolore ai piedi della croce, insieme al dolore ma soprattutto alla fede di tutta la Chiesa. I testi presentano la meraviglia di Maria di fronte alla crocifissione del Figlio. È il dolore della madre che si unisce a quello di tutta la creazione: "Tutto il creato trasmutava e si contraeva scuotendosi. E la pura Vergine, tua Madre, dolente a te gridava: Ahimè, Figlio mio, dolcissimo mio Salvatore, che cos'è mai questo spettacolo nuovo, straordinario e strano?". In alcuni tropari assistiamo addirittura a un dialogo tra Maria e Cristo: "Figlio amatissimo, che spettacolo inaudito vedo mai? Ed egli a lei: Madre immacolata, ciò si rivelerà vita per tutto il mondo". Il dolore e lo sgomento della Madre mettono in luce il contrasto tra Cristo datore di vita e coloro che danno la morte: "Come dunque il popolo inchioda alla croce te, il solo datore di vita, la mia dolcissima luce?". Uno dei theotòkia della terza domenica di Quaresima, dedicata alla santa Croce, riassume la fede cristiana: "Oggi colui che per essenza è inaccessibile, diventa per me accessibile, e soffre la passione per liberare me dalle passioni; colui che dà la luce ai ciechi, riceve sputi da labbra inique e, per i prigionieri, offre le spalle ai flagelli. Vedendolo sulla croce, la pura Vergine e Madre dolorosamente diceva: Figlio mio, tu, splendido di bellezza più di tutti i mortali, appari senza respiro, sfigurato, senza più forma né bellezza! Mia luce! Non posso vederti addormentato, sono ferite le mie viscere e una dura spada mi trapassa il cuore". Le domande di Maria ai piedi della croce diventano la professione di fede della Chiesa: "Perché non reggo al vederti pendere dal legno, tu, Creatore e Dio di fronte al quale trema l'universo?". "O Figlio mio, coeterno al Padre e allo Spirito, che è mai questa tua ineffabile economia, per la quale hai salvato la creatura plasmata dalle tue mani immacolate?". La fede cristiana, formulata nei primi grandi concili ecumenici, è riassunta in questi tropari: "Colei che alla fine dei tempi ti ha partorito, o Cristo, vedendo pendere dalla croce te, generato dal Padre che non ha principio, gridava: Gesù amatissimo! Com'è possibile che tu, glorificato come Dio dagli angeli, sia ora volontariamente crocifisso, o Figlio, da iniqui mortali? Come ti vide innalzato sulla croce, la tua Madre immacolata, o Verbo di Dio, maternamente gemendo diceva: Che è dunque, Figlio mio, questo spettacolo nuovo e strano? Come dunque sei nella morte tu, vita dell'universo?". Maria e la Chiesa ai piedi della croce piangono colui che volontariamente è salito su di essa, colui che veramente è Dio e uomo, il Verbo incarnato: "O Vergine tutta immacolata, Madre del Cristo Dio, una spada trapassò la tua anima santissima quando vedesti il tuo Figlio e Dio volontariamente crocifisso. Di fronte alla passione del Figlio, la pura, gemendo dolorosamente, innalzava con grida questo lamento: Come hanno potuto consegnarti al giudizio di Pilato te che incessantemente gli angeli glorificano con inni? Inneggio, o Verbo, alla tua grande e inesprimibile compassione!". I theotòkia insistono sulla morte volontaria di Cristo sulla croce: "La Vergine Madre tua, o Cristo, vedendoti morto, disteso sul legno, nel pianto gridava: Che è, Figlio mio, questo terribile mistero? Come tu che doni la vita eterna a tutti, muori volontariamente in croce?". Un altro aspetto rilevante di questi testi liturgici è il parallelo stabilito tra Cristo e Maria, l'"agnello" e l'"agnella", un tema che la liturgia bizantina riprende nei testi della Settimana Santa: "Vedendo te, o Verbo, crocifisso con i ladroni, quale agnello paziente, trafitto al fianco dalla lancia, l'agnella come madre esclamava: Come può una tomba ricoprire il Dio incircoscrivibile? Vedendo te, pastore immacolato, appeso al legno, l'agnella gemendo come madre gridava: A morte ti hanno consegnato, in cambio della nube distesa per il passaggio del tuo popolo. Colei che non ha sposo resta senza il Figlio". Può sorprendere in alcuni tropari l'insistenza sul parto indolore di Maria, ma sono testi che si soffermano sul contrasto tra la gioia del parto di Maria e il suo dolore per la crocifissione, e in qualche modo mettono in parallelo due icone, quella della nascita di Cristo e quella di Maria ai piedi della croce di Cristo: "Che è questo fatto prodigioso e inusitato? Così la Vergine gridava al Signore come madre: le doglie che non ho conosciuto nel partorirti, o Figlio, raggiungono penetranti il mio cuore". Maria infine, come la Chiesa, intercede ai piedi della croce: "O Vergine tutta immacolata, Madre del Cristo Dio, una spada trapassò la tua anima santissima quando vedesti il tuo Figlio e Dio volontariamente crocifisso: non cessare di supplicarlo, o benedetta, perché in questo tempo di digiuno ci doni il perdono delle colpe".

di: P. Manel Nin. Rettore P.C.Greco

lunedì 21 marzo 2011

Nuova Pubblicazione...



Efrem il Siro

LA RESTITUZIONE
DEL DEBITO

Melodie e istruzioni sul Digiuno

Introduzione a cura di Manuel Nin

Traduzione dal Siriaco e note
a cura di Emidio Vergani

Centro Ambrosiano






S. ATANASIO

Chiesa Cattolica Bizantina - Via del Babuino 149 – 00187 Roma

Sabato 2 aprile 2011 - ore 17,00

nella sala di via dei Greci, 46 Roma


si terrà una conferenza quaresimale su

La “La Ufficiatura del Ninphios”


Relatore Archimandrita Prof. P. Manuel Nin o.s.b.

Moderatore Prof. Domenico Morelli


venerdì 18 marzo 2011

Κοντάκιον τοῦ Ἀκαθίστου Ὕμνου: Ti ypermaxo



Con la dedica espressa nel Kondàkion si apre ogni celebrazione dell'Akathistos. Tale pezzo si ripete in ognuna delle quattro sezioni in cui l'inno è distribuito nell'ufficiatura liturgica.

Τη υπερμάχω στρατηγώ τα νικητήρια,

ως λυτρωθείσα των δεινών, ευχαριστήρια

αναγράφω σοι η Πόλις σου, Θεοτόκε·

αλλ' ως έχουσα το κράτος απροσμάχητον,

εκ παντοίων με κινδύνων ελευθέρωσον,

ίνα κράζω σοι,

Χαίρε, νύμφη ανύμφευτε




A
lla stratega condottiera vada il premio della vittoria,

poiche' mi hai riscattata da tremende sventure. I canti di ringraziamento

[io] tua citta' ti dedico, o Genitrice di Dio.

Fa' in modo che l'Impero non venga vinto

e liberami da ogni pericolo

affinche' ti acclami: "Gioisci, sposa non sposata!






mercoledì 16 marzo 2011

Mons. Béchara Raï è il nuovo Patriarca della Chiesa maronita: succede al cardinale Sfeir



La Chiesa cattolica maronita ha una nuova guida, mons. Béchara Raï, vescovo di Jbeil-Byblos. Il Sinodo dei Vescovi maroniti lo ha eletto 77.mo Patriarca di Antiochia e di tutto l'Oriente al posto del cardinale Nasrallah Boutros Sfeir, 90.enne, che lo scorso 26 febbraio aveva presentato le dimissioni per raggiunti limiti di età. Il nuovo Patriarca maronita ha 71 anni, è stato ordinato sacerdote nel 1967 e vescovo nel 1986. Dal 1967 al 1975 è stato anche responsabile del Programma arabo della Radio Vaticana.

La Chiesa maronita conta oggi circa tre milioni di fedeli, due terzi dei quali vivono in diaspora.
È strutturata in 23 diocesi e due vicariati in Libano e in altre parti del mondo. Le origini sono riconducibili al Convento di San Marone, situato in Siria, nell’antica località di Apamea. Nel quinto secolo, una piccola comunità monastica siriana si installò nelle montagne libanesi per sfuggire alla persecuzione dei “monofisiti”, cioè dei seguaci dell’eresia del tempo che sosteneva la preminenza della natura divina in Cristo, di fatto negando quella umana. Le Crociate consentirono poi ai maroniti di sigillare nel 1182 la propria unione con Roma (1182). La maronita è la sola Chiesa orientale cattolica non originata da una contrapposizione con la Chiesa ortodossa. Le nazioni interessate alla diaspora sono anzitutto quelle mediorientali (Giordania, Israele, Palestina, Egitto, Siria), comprea anche l’isola di Cipro. Forte la presenza dei maroniti anche nel continente americano, con eparchie in Argentina, Brasile, Messico, Stati Uniti e Canada. Per la comunità maronita in Australia l’eparchia di riferimento è quella di Saint Maron of Sydney.

© www.radiovaticana.org - 15 marzo 2011




martedì 15 marzo 2011

Pontificio Istituto Orientale



Presentazione del volume

Il Volto della Madonna del Fileremo
di
Giovanella Berte’ Ferraris di Celle

Mercoledì 23 marzo 2011 alle ore 17h00
Pontificio Istituto Orientale - Aula Magna – Piazza S. Maria Maggiore, 7 Roma

Introduce: R.P. prof. Edward Farrugia sj, Decano Facoltà S.E.O. del P.I.O.
Intervengono: R.P. prof. em. Vincenzo Poggi, S.J., storico; Mons. prof. Michel Berger, iconografo; Mons.
Giovanni Scarabelli, capp. prof. del S.M.O.M., storico; Mons, prof. Pietro Amato, iconologo; dott. ing. Carlo
Maria Biagianelli, antiquario; dott. ing. Renato Ferraris di Celle, design e fotografia.


Crocefisso unico simbolo ammesso in aule


Cassazione: Non è una minaccia alla libertà religiosa.

ROMA - Per esporre negli uffici pubblici, tra i quali rientrano le aule di giustizia, simboli religiosi diversi dal Crocefisso "é necessaria una scelta discrezionale del legislatore, che allo stato non sussiste". Lo sottolinea la Cassazione nelle motivazioni con le quali ha confermato la rimozione dalla Magistratura del giudice 'anticrocefisso' Luigi Tosti, che rifiutava di tenere udienza finché il simbolo della Cristianità non fosse stato tolto da tutti i tribunali italiani. In alternativa Tosti chiedeva, anche in Cassazione, di poter esporre la 'Menorah', simbolo della fede ebraica.

Dopo aver respinto la pretesa di Tosti per quanto riguarda la richiesta di esporre il simbolo ebraico accanto al Crocefisso, la Cassazione rileva che una simile scelta potrebbe anche essere fatta dal legislatore valutando, però, anche il rischio di "possibili conflitti" che potrebbero nascere dall'esposizione di simboli di identità religiose diverse.

"E' vero che sul piano teorico il principio di laicità - scrive la Cassazione - è compatibile sia con un modello di equiparazione verso l'alto (laicità per addizione) che consenta ad ogni soggetto di vedere rappresentati nei luoghi pubblici i simboli della propria religione, sia con un modello di equiparazione verso il basso (laicità per sottrazione)".

"Tale scelta legislativa, però, presuppone - spiega la Cassazione - che siano valutati una pluralità di profili, primi tra tutti la praticabilità concreta ed il bilanciamento tra l'esercizio della libertà religiosa da parte degli utenti di un luogo pubblico con l'analogo esercizio della libertà religiosa negativa da parte dell'ateo o del non credente, nonché il bilanciamento tra garanzia del pluralismo e possibili conflitti tra una pluralità di identità religiose tra loro incompatibili".

http://www.ansa.it


giovedì 10 marzo 2011

Venerdì di Quaresima



L'Inno Akathistos



Icona della Madre di Dio dell'Inno Akathistos
( nei riquadri vengono proposte le immagini e le parole delle varie stanze )

È uno tra i più famosi inni che la Chiesa di Oriente dedica alla Theotokos(Genitrice di Dio). Akathistos si chiama per antonomasia quest'inno liturgico del secolo V, che fu e resta il modello di molte composizioni innografiche e litaniche, antiche e recenti."Akathistos" non è il titolo originario, ma una rubrica:"a-kathistos" in greco significa "non-seduti", perché la Chiesa ingiunge di cantarlo o recitarlo "stando in piedi", come si ascolta il Vangelo, in segno di riverente ossequio alla Madre di Dio.
La struttura metrica e sillabica dell'Akathistos si ispira alla celeste Gerusalemme descritta dal cap. 21 dell'Apocalisse, da cui desume immagini e numeri: Maria è cantata come identificazione della Chiesa, quale "Sposa" senza sposo terreno, Sposa vergine dell'Agnello, in tutto il suo splendore e la sua perfezione.
L'inno consta di 24 stanze (in greco: oikoi), quante sono le lettere dell'alfabeto greco con le quali progressivamente ogni stanza comincia. Ma fu sapientemente progettato in due parti distinte, su due piani congiunti e sovrapposti - quello della storia e quello della fede -, e con due prospettive intrecciate e complementari - una cristologica, l'altra ecclesiale -, nelle quali è calato e s'illumina il mistero della Madre di Dio. Le due parti dell'inno a loro volta sono impercettibilmente suddivise ciascuna in due sezioni di 6 stanze: tale suddivisione è presente in modo manifesto nell'attuale celebrazione liturgica. L'inno tuttavia procede in maniera binaria, in modo che ogni stanza dispari trova il suo complemento - metrico e concettuale - in quella pari che segue. Le stanze dispari si ampliano con 12 salutazioni mariane, raccolte attorno a un loro fulcro narrativo o dommatico, e terminano con l'efimnio o ritornello di chiusa: "Gioisci, sposa senza nozze!". Le stanze pari invece, dopol'enunciazione del tema quasi sempre a sfondo cristologico, terminano con l'acclamazione a Cristo: "Alleluia!". Così l'inno si presenta cristologico insieme e mariano, subordinando la Madre al Figlio, la missione materna di Maria all'opera universale di salvezza dell'unico Salvatore.
La prima parte dell'Akathistos (stanze 1-12) segue il ciclo del Natale, ispirato ai Vangeli dell'Infanzia (Lc 1-2;Mt 1-2). Essa propone e canta il mistero dell'incarnazione (stanze 1-4), l'effusione della grazia su Elisabetta e Giovanni (stanza 5),la rivelazione a Giuseppe (stanza 6), l'adorazione dei pastori(stanza 7), l'arrivo e l'adorazione dei magi (stanze 8-10), la fuga in Egitto (stanza 11), l'incontro con Simeone (stanza 12): eventi che superano il dato storico e diventano lettura simbolica della grazia che si effonde, della creatura che l'accoglie, dei pastori che annunciano il Vangelo, dei lontani che giungono alla fede, del popolo di Dio che uscendo dal fonte battesimale percorre il suo luminoso cammino verso la Terra promessa e giunge alla conoscenza profonda del Cristo. La seconda parte (stanze 13-24) propone e canta ciò che la Chiesa al tempo di Efeso e di Calcedonia professava di Maria, nel mistero del Figlio Salvatore e della Chiesa dei salvati. Maria è la Nuova Eva, vergine di corpo e di spirito, che col Frutto del suo grembo riconduce i mortali al paradiso perduto (stanza 13); è la Madre di Dio, che diventando sede e trono dell'Infinito, apre le porte del cielo e vi introduce gli uomini (stanza 15); è la Vergine partoriente, che richiama la mente umana a chinarsi davanti al mistero di un parto divino e ad illuminarsi di fede (stanza 17); è la Sempre-vergine, inizio della verginità della Chiesa consacrata a Cristo, sua perenne custode e amorosa tutela (stanza 19); è la Madre dei Sacramenti pasquali, che purificano e divinizzano l'uomo e lo nutrono del Cibo celeste (stanza 21); è l'Arca Santa e il Tempio vivente di Dio, che precede e protegge il peregrinare della Chiesa e dei fedeli verso l'ultima Pasqua (stanza 23); è l'Avvocata di misericordia nell'ultimo giorno (stanza 24). L'Akathistos è una composizione davvero ispirata. Conserva un valore immenso:
— a motivo del suo respiro storico-salvifico, che abbraccia tutto il progetto di Dio coinvolgendo la creazione e le creature, dalle origini all'ultimo termine, in vista della loro pienezza in Cristo;
— a motivo delle fonti, le più pure: la Parola di Dio dell'Antico e del Nuovo Testamento, sempre presente in modo esplicito o implicito; la dottrina definita dai Concili di Nicea (325), di Efeso (431) e di Calcedonia (451), dai quali direttamente dipende; le esposizioni dottrinali dei più grandi Padri orientali del IV e del V secolo, dai quali desume concetti e lapidarie asserzioni;
— a motivo di una sapiente metodologia mistagogica, con la quale —assumendo le immagini più eloquenti dalla creazione e dalle Scritture —eleva passo passo la mente e la porta alle soglie del mistero contemplato e celebrato: quel mistero del Verbo incarnato e salvatore che — come afferma il Vaticano II — fa di Maria il luogo d'incontro e di riverbero dei massimi dati della fede (cf Lumen Gentium 65).
Circa l'Autore, quasi tutta la tradizione manoscritta trasmette anonimo l'inno Akathistos. La versione latina redatta dal Vescovo Cristoforo di Venezia intorno all'anno 800, che tanto influsso esercitò sulla pietà del medioevo occidentale, porta il nome di Germano di Costantinopoli ( 733). Oggi però la critica scientifica propende ad attribuirne la composizione ad uno dei Padri di Calcedonia: in tal modo, questo testo venerando sarebbe il frutto maturo della tradizione più antica della Chiesa ancora indivisa delle origini, degno di essere assunto e cantato da tutte le Chiese e comunità ecclesiali.

dal sito: www.maranatha.it







mercoledì 9 marzo 2011

Il canone di Andrea di Creta all'inizio della Quaresima bizantina




…dammi o Verbo la bevanda della tua Parola…


Le Chiese di tradizione bizantina durante la prima settimana della grande Quaresima, all'ufficiatura dell'apodipnon (compieta) cantano diverse parti del cànone penitenziale di sant'Andrea di Creta. Vissuto tra il 660 ed il 740, Andrea scrisse questo testo che è un grande canto alla misericordia e alla bontà di Dio, manifestata in Cristo, canto che è frutto di una lettura, di una vera lectio divina di tutta la Sacra Scrittura. Si tratta di un testo assai lungo, molto profondo e bello, non sempre facile, a cui sono stati aggiunti più tardi dei tropari su santa Maria Egiziaca e sullo stesso sant'Andrea di Creta.

Il testo è formato da nove odi che seguono i nove cantici biblici -otto dall'Antico Testamento e due dal Nuovo- che fanno parte del mattutino bizantino. Il primo dei tropari di ognuna delle odi dà il collegamento cristologico o ecclesiologico del testo stesso: "Fa’ attenzione, o cielo, e parlerò, e celebrerò il Cristo, venuto dalla Vergine nella carne… Rafforza, o Dio, la tua Chiesa, sull’inamovibile roccia dei tuoi comandamenti… Ha udito il profeta della tua venuta, o Signore, e ha avuto timore, ha udito che nascerai dalla Vergine e ti mostrerai agli uomini, e diceva: Ho udito il tuo annunzio e ho avuto timore; gloria alla tua potenza." Lungo le nove odi troviamo l'evolversi di diversi temi biblici, ad iniziare da quelli veterotestamentari per passare nella stessa ode a quelli del Nuovo Testamento: il tema di Adamo ed Eva e di Caino ed Abele e quindi quello del Figlio prodigo e del Buon Samaritano (I ode): "Avendo emulato nella trasgressione Adamo, il primo uomo creato, mi sono riconosciuto spogliato di Dio, del regno e del gaudio eterno, a causa del mio peccatoAhimè, anima infelice! Perché ti sei fatta simile alla prima Eva? …hai toccato l’albero e hai gustato sconsideratamente il cibo dell’ingannoCadendo con l’intenzione nella stessa sete di sangue di Caino, sono divenuto l’assassino della mia povera anima… Consumata la ricchezza dell’anima con le dissolu­tezze, sono privo di pie virtú, e affamato grido: O padre di pietà, vienimi incontro tu con la tua compas­sione… Sono io colui che era incappato nei ladroni, che sono i miei pensie­ri, mi hanno riempito di piaghe: vieni dunque tu stesso a curarmi o Cristo Salvatore". Ancora nella II ode troviamo il tema del peccato di Adamo ed Eva, assieme alle figure del pubblicano e della prostituta: "Ho oscurato la bellezza dell’anima con le voluttà passionali, e ho ridotto totalmente in polvere il mio intelletto. Ho lacerato la mia prima veste, quella che ha tessuta per me il Creatore… Ho indossato una tunica lacerata, quella che mi ha tessuto il serpente col suo consiglio, e sono pieno di vergogna. Anch’io ti presento, o pietoso, le lacrime della meretrice: siimi propizio, o Salvatore, nella tua amorosa compassione… Anche le mie lacrime accogli, o Salvatore, come unguento. Come il pubblicano a te grido: Siimi propizio, o Salvatore, siimi propizio!". Le odi III e IV sviluppano il tema della fede di Abramo, la scala di Giacobbe, la figura di Giobbe, e assieme presentano la Croce come il luogo dove Cristo rinnova la natura decaduta dell'uomo: "Ho imbrattato il mio corpo, ho macchiato lo spirito, sono tutto pieno di piaghe; ma tu, o Cristo medico, curami spirito e corpo con la penitenza, bagnami, purificami, lavami: rendimi piú puro della neve… Crocifisso per tutti, hai offerto il tuo corpo e il tuo sangue, o Verbo: il corpo per riplasmarmi, il sangue per lavarmi; e hai emesso lo spirito, per portar­mi, o Cristo, al tuo Genitore… Hai operato la salvezza in mezzo alla terra… per tuo volere sei stato inchio­dato sull’albero della croce e l’Eden che era stato chiuso, si è aperto… Sia mio fonte battesimale il sangue del tuo costa­to, e bevanda l’acqua di remissione che ne è zam­pillata… e venga unto, bevendo come crisma e bevanda, la tua vivi­ficante parola, o Verbo". Le odi V, VI e VII contemplano l­'esperienza di deserto e di infedeltà del popolo e dei re di Israele, ed anche Cristo che guarisce e salva: "Per me, tu che sei Dio, hai assunto la mia forma; hai operato prodigi, sanando lebbrosi, raddriz­zando paralitici, arrestando il flusso del sangue in colei che ti toccava la frangia del vestito, o Salvatore.. Imita, o anima, colei che era curva fino a terra: accòstati, gèttati ai piedi di Gesú, perché egli ti raddrizzi e tu cammini diritta per i sentieri del Signo­re". Nell'ottava ode troviamo presentati i grandi penitenti dell'Antico e del Nuovo Testamento: "Hai sentito parlare, o anima, dei niniviti, della loro peniten­za in sacco e cenere davanti a Dio: tu non li hai imita­ti, ma sei stata piú stolta di tutti coloro che hanno pec-cato prima e dopo la Legge… Come il ladrone, grido a te: Ricòrdati! Come Pietro, piango amaramente; perdonami, Salvatore, a te io grido come il pubblicano; piango come la meretri­ce: accogli il mio gemito, come un tempo quello della cananea". Infine dopo tutti gli esempi e i modelli dell'Antico Testamento, Andrea di Creta nell'ode IX -che è quella che prevede anche i cantici di Zaccaria e di Maria di Lc 1-, presenta tutto il mistero salvifico di Cristo stesso che annunzia la Buona Novella, che guarisce, che chiama l'umanità per seguirlo, che salva: "Ti porto gli esempi del Nuovo Testamento, o anima, per indurti a compunzione: Cristo si è fatto uomo per chiamare a penitenza ladroni e prostitute… Cristo si è fatto bambino secondo la carne per conversare con me, e ha compiuto volontariamente tutto ciò che è della natura, eccetto il peccato… Cristo ha salvato i magi, ha convocato i pastori, ha reso martiri folle di bimbi… Il Signore, dopo aver digiunato quaranta giorni nel deserto, infine ebbe fame, mostrando cosí la sua umanità… Cristo raddrizzò il paralitico, risuscitò giovani defunti… Il Signore guarí l’emorroissa che gli toccò la frangia, purificando lebbrosi e illuminando ciechi; fece pure camminare gli zoppi… perché tu potessi salvarti, anima infelice… Guarendo le malattie, Cristo, il Verbo, ha evangeliz­za­to i poveri… Il pubblicano si è salvato e la prostituta è dive­nu­ta casta…".

Il testo del grande cànone di Andrea di Creta è un racconto di tutta la storia della salvezza adoperata da Dio verso ognuno di noi: "Ti ho presentato, o anima, il racconto dell’inizio del mondo scritto da Mosè, tutta la Scrittura che ci viene da lui e che ti narra di giusti e ingiu­sti… Ti porto gli esempi del Nuovo Testamento, o anima, per indurti a compunzione: emula dunque i giusti, distogliti dai peccatori e renditi propizio Cristo con preghiere e digiuni, con castità e decoro". Si tratta di un testo che ci mette davanti i diversi aspetti con cui la Chiesa lungo la Quaresima ci confronta, cioè la mi­sericordia di Dio e quindi per mezzo di essa il nostro cammino di ritorno a Dio, avendo Cristo stesso come pastore e come guida, Lui che porta per mano Adamo verso Eva, che prende la mano di Pietro che affonda nelle acque, che fa alzare il bambino epilettico guarito, e che finalmente il giorno di Pasqua prende di nuovo per mano Adamo ed Eva per fargli uscire dagli inferi e riportarli nel paradiso.


P. Manuel Nin osb

Pontificio Collegio Greco,

Roma

martedì 8 marzo 2011

Orario delle Celebrazioni della Grande Quaresima



Pontificio Collegio Greco
Chiesa di Sant'Atanasio dei Greci
Via del babuino - Roma


Ogni Mercoledì ore 19:00 - Liturgia dei Doni Presantificati


Ogni Venerdì ore 19:00 - Inno Akathistos


Ogni Sabato ore 19:00 - Ufficiatura del Vespro


Ogni Domenica ore 10:30 - Divina Liturgia di San Basilio