mercoledì 22 febbraio 2012

La preghiera di Sant'Efrem il Siro



SantEfrem ha composto una piccola e incisiva preghiera che la Chiesa Ortodossa e la Chiesa Cattolica Orientrale recita ogni giorno nelle sue ufficiature quaresimali. Da essa si comprende la prospettiva nella quale si pone il cristiano ortodosso praticante. Tutto ciò che ripiega la persona su se stessa (ozio, curiosità, superbia, loquacità, giudizio del fratello) viene rigettato. Viene fermamente richiesto quanto appartiene alla pura oblatività (saggezza, umiltà, pazienza, amore) nella serena considerazione della propria creaturalità (vedere le mie colpe). Naturalmente tutto ciò non è finalizzato ad acquisire una moralità che edifichi gli altri. Si può dire che sia paragonabile all'attenzione del funanbolista il quale, se vuole attraversare la corda e giungere alla fine del suo esercizio, prende le dovute precauzioni. Queste precauzioni sono ripresentate alla memoria, durante il momento liturgico, e domandate a Dio. Senza di esse non c'è spirito quaresimale ma non c'è neppure Ortodossia dal momento che l'Ortodossia è una realtà che si vive e che, alla fine, coincide con il Cristo stesso.

Signore e Sovrano della mia vita, non darmi uno spirito di ozio, di curiosità, di superbia e di loquacità.

Segue una grande metania (prostrazione)

Concedi invece al tuo servo uno spirito di saggezza, di umiltà, di pazienza e di amore.

Segue una grande metania

Sì, Signore e Sovrano, dammi di vedere le mie colpe e di non giudicare il mio fratello; poiché tu sei benedetto nei secoli dei secoli. Amin.

Dopo questo versetto altre 12 piccole metanie dicendo per ciascuna:

O Dio, sii propizio a me peccatore e abbi pietà di me.

Di nuovo una grande metania e lultimo versetto della preghiera:

Sì, Signore e Sovrano, dammi di vedere le mie colpe e di non giudicare il mio fratello; poiché tu sei benedetto nei secoli dei secoli. Amin.





La speranza della vita nuova in Cristo

"Fa' risplendere, o Signore, il lume del tuo sapere e caccia le tenebre della nostra mente, perché ne sia illuminata e ti serva con rinnovata purezza. Il sorgere del sole dà principio all'attività dei mortali; fa', Signore, che perduri nelle nostre menti un giorno che non conosca fine. Concedi di scorgere in noi la vita della risurrezione, e nulla distolga il nostro spirito dalle tue gioie. Imprimi in noi, o Signore, il segno di questo giorno che non trae inizio dal sole, infondendoci una costante ricerca di te. Ogni giorno ti accogliamo nei tuoi sacramenti e ti riceviamo nel nostro corpo; facci degni di sperimentare nella nostra persona la risurrezione che speriamo. Con la grazia del Battesimo abbiamo nascosto nel nostro corpo il tuo tesoro, quel tesoro che si accresce alla mensa dei tuoi sacramenti; dacci di gioire nella tua grazia. Noi possediamo in noi stessi, perché lo attingiamo alla tua mensa spirituale, il tuo memoriale; fa' che lo possediamo pienamente nella rinascita eterna. Quanto sia grande la nostra bellezza, ce lo faccia comprendere quella bellezza spirituale che, pur nella nostra condizione di mortali, la tua volontà immortale suscita. La tua crocifissione, nostro Salvatore, pose fine alla vita dei corpo; concedici di crocifiggere spiritualmente la nostra anima. La tua risurrezione, o Gesù, faccia crescere in noi l'uomo spirituale; il contatto con i tuoi misteri sia per noi come uno specchio che ce lo fa conoscere. La tua economia divina, Salvatore nostro, è simbolo del mondo spirituale; concedici di percorrerlo come uomini spirituali. Non privare, Signore, la nostra mente della tua rivelazione spirituale, e non sottrarre alle nostre membra il calore della tua dolcezza. La natura mortale del nostro corpo ci conduce alla morte; riversa su di noi il tuo amore spirituale e purifica il nostro cuore dalle conseguenze della nostra condizione mortale. Dacci, o Signore, di affrettarci verso la nostra città e -come Mosè sul Sinai- fa' che la possediamo attraverso la tua manifestazione."

Dai « Discorsi » di sant'Efrem, diacono (Sermo 3, De fine et admonitione 2. 4-5: Opera, edizione Lamy 3, 216-222)

1 commento:

  1. Molto bello questo post. Un'unica osservazione: non sarebbe meglio che parlaste di "cristianesimo", in luogo di tutti quei casi in cui avete parlato di "ortodossia"? Sebbene infatti etimologicamente "ortodossia" significhi "retta fede" ossia "retta dottrina" (scil. "cristiana"), è anche vero che nell'uso comune questo termine è connotato diversamente dal punto di vista ecclesiologico, e visto che si rischia facilmente di equivocare (è noto a tutti quanta confusione la gente comune faccia, scambiando i cattolici di rito bizantino per ortodossi), per amore di chiarezza e rispetto di tutti forse sarebbe meglio evitare tali ambiguità, essendo voi cattolici, e in particolare un collegio pontificio, quindi in piena comunione con la Santa Sede Apostolica di Roma. Del resto, l'identificazione con Cristo, della quale parlate in questo post, non è una prerogativa del cristianesimo orientale, ma è ovviamente l'aspirazione di tutto il cristianesimo (e quindi anche del cattolicesimo), perché attinge direttamente dalla Parola di Dio.

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