lunedì 19 settembre 2011

XIX Convegno Ecumenico Internazionale di spiritualità ortodossa




relazione del Metropolita Ortodosso Elpidophoros di Bursa


La Sacra Scrittura e la Spiritualità Ortodossa

Permettetemi innanzitutto di osservare che per lungo tempo all’interno degli ambienti teologici e oltre è prevalsa l’opinione secondo cui lo studio della sacra Scrittura non era sinonimo di spiritualità e, al contrario, la spiritualità non scaturisce dallo studio della sacra Scrittura ma piuttosto dalla partecipazione frequente alle sacre liturgie, dall’ascetismo monastico, dalla preghiera mentale, eccetera.

Tuttavia, dal momento che queste tendenze sono state ormai respinte sia in Oriente che in Occidente (1), vorrei cogliere quest’occasione per congratularmi con gli organizzatori per la felice combinazione di questi due elementi importanti – la spiritualità e la Scrittura – e procedere dunque con la trattazione del mio argomento.

Inizialmente e a guisa di introduzione vorrei affermare categoricamente che non vi può essere nessuna spiritualità e condotta di vita ortodossa vera e autentica che non sia basata sulla sacra Scrittura e non sia da essa ispirata. Senza alcun dubbio la sacra Scrittura costituisce la fonte, il principio e il fondamento di quella che è chiamata “spiritualità ortodossa”. La spiritualità ortodossa non consiste soltanto in belle idee, sublimi pensieri e gradevoli riflessioni; è piuttosto un ethos ecclesiale equilibrato e autentico, uno stile di vita puro, un comportamento retto, un atteggiamento e una condotta di vita precisi (2).

L’espressione “sacra Scrittura” (Ἁγία Γραφή) è la definizione più adeguata, familiare e preferita, adottata nella chiesa ortodossa, in contrasto con il termine “Bibbia”. La sacra Scrittura comprende la totalità dei libri conosciuti e ispirati dell’Antico e del Nuovo Testamento (3). I cinquanta libri dell’Antico Testamento sono divisi in libri storici, poetici, didattici e profetici. I ventisette libri del Nuovo Testamento sono divisi in libri storici, didattici e profetici o apocalittici.

L’apostolo Paolo parla di “sante Scritture” (Rm 1,2) e di “scritti sacri” (2Tm 3,15); egli osserva altresì: “Tutta la Scrittura, ispirata da Dio, è anche utile per insegnare, convincere, correggere ed educare nella giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona” (2Tm 3,16-17). Ispirata da Dio, la santa Scrittura è anche degna di fede e di considerazione, memorabile e certamente assolutamente degna di essere studiata. La santa Scrittura non contiene falsità, imprecisioni, inesattezze o “zone grigie”, come diremmo noi oggi. Si indirizza e si rivolge a ciascuno di noi in modo semplice per affidarci le grandi verità e i grandi misteri di Dio. Inoltre la santa Scrittura è autentica e contiene in abbondanza la grazia dello Spirito santo che preserva i suoi autori da qualsiasi resa erronea della rivelazione divina.

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