venerdì 4 novembre 2011

Romania: incontro dei vescovi delle Chiese cattoliche di rito orientale


“La crisi che il mondo vive è essenzialmente di carattere antropologico. Le conseguenze del secolarismo hanno provocato un’ingiustificata emarginazione di Dio e questa ha comportato un forte disorientamento dell’identità personale, per cui si diventa incapaci di giustificare se stessi e l’orientamento della esistenza”. Così mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, intervenendo al 14.mo incontro dei vescovi delle Chiese cattoliche di rito orientale, in corso ad Oradea, in Romania. Mons. Fisichella ha aggiunto che è necessario un nuovo “slancio missionario” per superare “alcune difficoltà”. Difficoltà che, nel corso dei decenni, si sono verificate “per un fraintendimento della missione della Chiesa e del compito di ogni battezzato di essere annunciatore del Vangelo di salvezza”. Aprendo il convegno, che si concluderà domenica, il vescovo di Oradea–Mare, mons. Virgil Bercea, si è soffermato, in particolare, sulle attività della Chiesa greco-cattolica della sua diocesi. “Siamo tutti protagonisti - ha detto - di una nuova evangelizzazione”. L’incontro, incentrato sul tema “Sarete i miei testimoni: l’evangelizzazione nelle Chiese cattoliche di rito orientale in Europa” si svolge sotto la direzione del Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee). Il cardinale Péter Erdö, presidente del Ccee e primate d’Ungheria, ha sottolineato che la nuova evangelizzazione “non è un metodo sociologico, ma rappresenta uno sforzo missionario necessario in tutti quei luoghi in cui il cristianesimo è già stato annunciato”. Il porporato ha espresso la convinzione che le Chiese cattoliche orientali abbiano molto da offrire in questo ambito, ricordando che, in quasi tutti i Paesi dell’Europa dell’Est, queste Chiese erano state giuridicamente oppresse dal regime comunista. “La fede cristiana, l’amore per Gesù e per la Sua Chiesa – ha aggiunto il cardinale Péter Erdö - sono oggi, come sempre, essenziali per un’Europa sana, capace di superare la propria crisi e di tenere insieme, senza omologazioni, le diversità culturali e religiose”. “Siamo in un mondo molto secolarizzato - ha concluso il presidente del Ccee - e, paradossalmente, assetato di Dio e del senso della vita”. All’incontro – rende noto l'agenzia Sir – è intervenuto anche il capo della Chiesa greco-cattolica della Romania, mons. Lucian Mureþan. "I cristiani - ha detto - sono vittime di persecuzioni in tutto il mondo. Si tratta di sfide impegnative legate al relativismo e alla secolarizzazione". Mons. Mureþan si è soffermato, in particolare, sulla “necessità di trovare soluzioni nel reale contesto socio-culturale” e del dovere della Chiesa di “rispondere ai bisogni spirituali” relativi alla nuova evangelizzazione. Il sindaco di Oradea, Ilie Bolojan, ha infine lodato la buona collaborazione tra Chiesa e autorità civili, sottolineando che la comunità greco-cattolica “mette in pratica i valori cristiani”. (A.L.)

© www.radiovaticana.org - 4 novembre 2011

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